Analisi della certificazione

Il sistema di certificazione dei prodotti biologici …

Il concetto di certificazione è generalmente poco compreso e, altrettanto, molto travisato. Temo che si consideri in modo semplicistico il suo reale significato, senza comprendere le molte attività prodromiche che lo supportano e ne convalidano il valore.

Non è un marchio che si crea magicamente sulle confezioni, ma qualcosa che si costruisce sopra grandi e complicate attività agronomiche, informatiche, etiche e altro, sia per la sua valorizzazione assoluta, sia per garantire gli stakeholder che possono fidarsi al momento fatidico dell’acquisto. Il momento preciso in cui le esigenze e i desiderata dichiarati da PANBio si esprimono in un cerchio completo; creando quella risultante che è precisamente espressa dall’unione europea.

Si convincono così i consumatori che la coltivazione e l’alimentazione biologica sono qualcosa da valorizzare, per il bene dei consumatori stessi e, anche, per l’ambiente nella sua universalità. Apparecchiando un tavolo a cui ci si può servire in modo altamente qualitativo, consapevole e sicuro

 

Il futuro del settore biologico, l’aumento dei consumi e la consapevolezza delle transazioni, sono strettamente dipendenti dalla fiducia ottenute dalle garanzie offerte dal sistema di certificazione.

 

Come deve procedere questa espansione verso il biologico?

È indispensabile implementare una politica nazionale ed europea che favorisca la conversione al biologico delle produzioni, accompagnata da formazione e servizi adeguati alle imprese, che riescano a garantirne l’evoluzione dell’agricoltura in modo adeguato alle necessità tecnologiche richieste dalla UE.

L’adattamento e la trasparenza del sistema di certificazione deve, quindi, essere inserito in questo piano di azione nazionale.

 

Un piccolo résumé delle differenziazioni:

nel caso della certificazione biologica, si tratta di una certificazione di processo agricolo e di trasformazione. Lo Stato delega, in sintesi, direttamente i propri poteri agli organismi autorizzati, che vengono scelti dalle singole aziende, con cui hanno anche una libera relazione economica, non filtrata da tariffari approvati dallo Stato, come avviene negli altri sistemi regolamentati di certificazione.

Negli altri sistemi di certificazione regolamentati (DOP, IGP), si tratta, infatti, di una certificazione di prodotto, svolto in base a un disciplinare specifico, approvato a livello nazionale, e lo Stato attribuisce ai Consorzi di tutela, composti dalle imprese certificate, specifiche funzioni, fra cui quella di scegliere l’organismo di certificazione unico per tutti gli operatori che aderiscono allo specifico marchio.

 

Per queste differenze, la filiera delle produzioni BIO può coinvolgere più organismi di certificazione.

È, pertanto, molto importante per la semplicità operativa e la sua efficacia, che vengano attivate delle basi informatiche che permettano lo scambio delle informazioni tra gli organismi, avendo l’esperienza storica che molte delle “barriere fumose” nel commercio hanno, in realtà, lo scopo di confondere le situazioni, per non consentire che vengano totalmente rilevate. Rendendo così molto esplicita l’importanza dell’utilizzo informatico per permettere all’organismo di certificazione una facilità operativa, ma anche che il contenuto del controllo non venga disperso al momento del passaggio lungo la filiera, riuscendo, in questo modo, a verificare in modo corretto il controllo di filiera (la blockchain) e il mantenimento delle informazioni vitali per la consapevolezza delle scelte.

 

Rendendo, così, anche molto più facile e meno oneroso il costo del controllo, come indicato dal libro verde dell’unione europea sulla qualità dei prodotti agricoli: norme di prodotto, requisiti di produzione e sistemi di qualità. I costi dei controlli, in pratica, non devono essere una somma aridamente aritmetica dell’impegno e dei costi dei tanti organismi, ma una summa dolcificata dalla collaborazione tra gli stessi. Anche per rendere attuale e prepotente una parola che mi ha sempre spaventato, ma che ora ne comprendo appieno il significato: “sinergia”.

Quindi non tante attività ed entità separate, che sprechino delle risorse, effettuando parte di lavoro in sovrapposizione, ma che collaborino, senza temere nessuna concorrenza commerciale sleale.

 

Per questi motivi, il mondo del biologico deve essere obbligato a utilizzare tutte le stampelle informatiche che servono e rendere la verifica del regolamento europeo efficace ed efficiente e si mantengano tutte le informazioni ottenute in itinere. E che possano essere utilizzare per attivare una serie di decisioni consapevoli, anche in riferimento delle attività degli Organismi di Certificazioni.

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