L'analisi SWOT della situazione biologica

Come prima cosa, occorre ricordare che la Legge n.23 del 9 marzo 2022 [pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 69 del 23-03-2022], definisce la produzione biologica come un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione alimentare, basato sull’interazione tra le migliori prassi in materia di ambiente e azione per il clima e di salvaguardia delle risorse naturali e, grazie all’applicazione di norme rigorose di produzione, contribuisce alla qualità dei prodotti, alla sicurezza alimentare, al benessere degli animali, allo sviluppo rurale, alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, alla salvaguardia della biodiversità e al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’intensità delle emissioni di gas a effetto serra.

Ed è questa una esplicita dichiarazione dell’altissimo livello qualitativo e percettivo, guadagnato da decine di anni di produzione e di mercato, avvenuta spesso navigando controcorrente rispetto al pensiero economico e sociale dominante.

Inoltre, la stessa legge afferma che deve essere istituito un marchio biologico italiano, per caratterizzare i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana, per certificare ufficialmente quella qualità già ufficiosamente conosciuta a livello mondiale, e che deve essere adottato un piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici. Il piano deve prevedere interventi, con l’obiettivo di favorire la conversione al biologico, incentivarne il consumo e monitorarne il settore.

E deve, anche, prevedere una strategia volta, soprattutto, ad aumentare i volumi di prodotto certificato e a stimolare i consumi domestici.

Da qui, quindi, è partita l’elaborazione di PANBio (il Piano d’Azione Nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici 2023-2025), che ha toccato grandi punti del settore, ma in specifico ha sdoganato, per l’analisi dell’universo biologico, l’applicazione della metodologia SWOT, allo scopo di definire un piano Market Oriented, con i relativi Punti di forza, di debolezza, di opportunità e di minaccia.

Analizziamoli uno alla volta, tenendo conto che per la descrizione dell’esame, si è usufruito in parte di estratti direttamente da PANBio.

Un’attenzione particolare per i punti di debolezza e di minacce, che avranno, in seguito, un opportuno approfondimento.

PUNTI DI FORZA interni.

-Incidenza elevata del numero di aziende e delle superfici biologiche già presenti in Italia e nella stessa UE, in vista della percentuale di SAU Biologica da raggiungere di entro il 2030 (Italia 35% e UE 25%), previsto come obiettivo dal Farm to Fork (dal Produttore al Consumatore) della Commissione Europea. Per trasformare il sistema alimentare europeo in uno equo, sano e rispettoso dell’ambiente; -

Interesse e attenzione delle politiche europee allo sviluppo del settore. Obiettivo principale della transizione già prevista verso un sistema alimentare in linea al punto precedente;

-Attuazione della Legge n.23 del 2022 ad hoc per lo sviluppo del biologico. Finalmente elaborata, dopo molti anni di attesa da parte del settore e che prevede molti punti importanti di sviluppo in linea con il Green Deal europeo;

-Ampio volume di risorse per il biologico previste dal Piano Strategico della Pac 23-27. Documento con una forte impronta ambientale, che risente del Green Deal europeo e delle strategie from Farm to Fork e Biodiversity. Importante da utilizzare come volano, ma altrettanto fondamentale che poi si abbia una continuazione autonoma;

-Rete dinamica di organizzazioni agricole e private che supportano il settore. Come accade alle situazioni che da transitorie, volubili e aleatorie hanno la giusta pretesa di diventare una realtà consolidata nel tempo;

-Propensione dei giovani agricoltori a convertirsi all’agricoltura biologica. È molto importante quando un indirizzo di attività viene dal basso, non imposto dall’alto, e possa essere considerato un obiettivo lavorativo futuro. In questo ambito ritengo notevole la presenza degli associati ATBio, per la semina a spaglio delle informazioni.

PUNTI DI DEBOLEZZA interni.

-Stagnazione della domanda al consumo di prodotti biologici. Da valutare il reale livello di stasi e da cosa è originata e se la motivazione è il prezzo elevato dei prodotti, la scarsa conoscenza qualitativa degli stessi da parte del mercato o altro. Capito questo, la risoluzione è conseguente;

-Quantitativi di alcune produzioni biologiche insufficienti per la creazione di specifiche filiere. È solitamente una fase temporanea di un processo di crescita, dovuta all’inizio del cambiamento. Nel tempo, la fase di disordine del sistema è destinata a terminare e subentra una bassa entropia;

-Scarsa crescita del numero di referenze dei prodotti biologici presenti nella Distribuzione moderna. Una piccola spinta alla domanda dei prodotti potrebbe essere data dalla comunicazione della loro Qualità Reale, permettendo degli acquisti consapevoli e in linea con il Green Deal;

-Scarsa presenza di sistemi di allevamenti, biologici soprattutto per le tipologie tradizionalmente più intensive (es. suini, bovini da latte);

-Scarsa disponibilità di sementi, materiale di propagazione, foraggi e mangimi biologici;

-Carenze infrastrutturali (trasporti) e logistiche specifiche per le produzioni agroalimentari e zootecniche biologiche. I problemi dei tre punti precedenti si potrebbe cercare di risolverli, facendo una comunicazione adeguata dei singoli prodotti. Sia per il loro reperimento, sia come incentivo a una adeguata organizzazione delle infrastrutture;

-Presenza di filiere produttive estremamente frammentate, poco organizzate e non aggregate. Anche in questi casi dovrebbe essere sviluppata una comunicazione che faccia ben comprendere cosa si acquista realmente, in relazione all’alimentazione, alla sostenibilità e all’ambiente;

-Sistema informativo di servizio alle aziende e di raccolta e diffusione dei dati del settore poco efficiente;

-Carenza del sistema di consulenza di campo diffusa sul territorio. La formazione delle aziende interessate alla produzione biologica è molto importante, sia per il reperimento delle pratiche innovative, sia per la diffusione delle stesse. In questo campo, come nel precedente, potrebbe essere molto importante, per non dire essenziale, la funzione degli associati di ATBio tramite la loro strutturazione sul territorio;

-Evoluzione della superficie biologica legata al sostegno pubblico;

-Condizioni di accesso e entità dei pagamenti di sostegno al biologico differenti tra le Regioni;

-Incidenza delle superfici biologiche ancora bassa in alcune aree del Nord a forte vocazione agricola,

-Quota di produzioni provenienti da superfici biologiche che vengono commercializzate come prodotti convenzionali. In questi casi, è molto importante la diffusione delle informazioni delle produzioni all’interno del mercato biologico;

-Difficoltà della ricerca applicata a trasferire le innovazioni alle aziende agricole. Per tutti i punti precedenti dovrebbe essere implementata un utilizzo dell’attività informatica, già ora tranquillamente a disposizione degli stakeholder, che renda più semplice l’informazione e la formazione per le aziende e il trasferimento delle informazioni tra le stesse;

-Mancanza di omogeneità del sistema di controllo e certificazione sul territorio e tra i diversi operatori. La situazione dovrebbe essere risolta con la formazione degli Organismi di Certificazione. Anche in questo ambito è essenziale il coinvolgimento di ATBio e dei suoi associati.

PUNTI DI OPPORTUNITA' esterni.

-Marchio del biologico italiano. Per, come già detto, valorizzare e certificare la provenienza italiana delle materie prime e del prodotto finito, in modo da prevenire la falsità delle commercializzazioni che ora, purtroppo, sono ancora molto diffuse;

-Certificazioni di gruppo per il biologico, distretti biologici. Per rendere più semplice e meno costosa la certificazione dei gruppi di aziende localizzate vicine tra loro, attuando una sorte di importanti economie di scala;

-Diffusione e organizzazione delle filiere biologiche in risposta agli strumenti di sviluppo previsti dal PNRR;

-Sviluppo delle conoscenze tecniche specifiche per la coltivazione e l'allevamento con il metodo biologico. In questo punto deve essere concentrato l’utilizzo e lo sviluppo di tutte le possibilità che l’informatica e le tecniche agronomiche consentano. Cercando di approfondire e, soprattutto, divulgare le conoscenze. Anche in questo caso, ovviamente, ATBio è un vettore di divulgazione indispensabile per la riuscita dell’operazione;

-Sviluppo continuo di sistemi di controllo di filiera e tracciabilità delle produzioni. In questo ambito è molto importante approfondire per i sistemi di controllo, anche la Blockchain e le infinite possibilità informatiche;

-Forme di commercializzazione sostenibili, soprattutto all'interno di filiere corte. Lo sviluppo dei mercati di prossimità aiuta a sviluppare la percezione sociale della qualità delle produzioni biologiche e l’interesse per le coltivazioni e della caratteristica ambientale delle preparazioni contigue ai potenziali acquirenti;

-Crescente attenzione e rinnovata sensibilità della società verso produzioni a basso impatto ambientale. Aiutare gli acquirenti ad allargare l’obiettivo di interesse dalla Qualità Reale del prodotto e delle materie prime e la valutazione della loro sostenibilità, che diventa uno dei primi obiettivi da valutare;

-Aumento della consapevolezza dei consumatori su schemi di certificazione (benessere animale, qualità) e disponibilità a pagare per produzioni certificate. Informare gli stakeholder sui concetti e sui tipi di certificazioni, per farle comprendere e accettare meglio, anche rispetto al loro valore assoluto. Informare, quindi, il mercato delle innovatrici tecnologie informatiche che permettono controlli più sicuri e divulgatori;

-Aumento della domanda di servizi ecosistemici/ambientali per la salute e il benessere psico- fisico della popolazione (soprattutto urbana). All’interno di una modificazione sociale più rivolta alla ricerca del benessere (definito come stato di equilibrio momentaneo e dinamico dal punto di vista biologico, psichico e sociale dell'essere umano. Come dichiarato dall'OMS fin dal 1948) è una ricerca che assume una valenza molto più importante;

-Richiesta crescente di informazione ed educazione alimentare, soprattutto da parte dei consumatori. Sviluppare, anche in questo ambito, il desiderio della società di ricevere informazioni complete, reali e aggiornate sugli argomenti indicati;

-Riconoscibilità del "Made in Italy" di qualità che il biologico può sposare per la crescita nell'export. Come sempre, è importante definire meglio, per chiarezza, il sostantivo “qualità” accompagnandolo con un aggettivo qualificativo che lo specifichi meglio;

-Misurazione della sostenibilità attraverso indicatori di biodiversità o per la zootecnia, feed vs food. É importante valorizzare al meglio questi aspetti innovativi, che possono permettere una consapevolezza importante per le scelte personali e sociali future.

PUNTI DI MINACCE esterni.

Crescente inflazione che limita il potere di acquisto dei consumatori. Questa è una valutazione economica generale, che esula dalle competenze degli stakeholder, ma di cui occorre tenere conto per indirizzare gli investimenti;

-Tendenziale riduzione del premium price riconosciuto ai produttori di determinate produzioni biologiche. Le stesse considerazioni del punto precedente;

-Diffusione e competizione di altri sistemi di produzione sostenibile. È un aspetto imprevedibile, ma l’importanza delle produzioni biologiche è un punto fermo che sarà difficilmente sostituibile;

-Aumento del costo dei fattori produttivi. Anche questo punto è molto aleatorio, ma a mio avviso l’opinione sociale è indirizzata verso l’obiettivo della qualità reale, prima di quello della valutazione economica dell’acquisto;

-Controllo in biologico di nuove emergenze fitosanitarie ed epizoozie conseguenti a cambiamenti climatici, fenomeni migratori e commercio delle derrate alimentari. A maggiore ragione, la qualità di quanto ingerito e della sua sostenibilità sarà salvaguardato;

-Rischio di concorrenza sul mercato da parte di produzioni biologiche dei Paesi dell'UE che svilupperanno il biologico in ottemperanza della Farm to Fork. L’informazione della Qualità Reale di una produzione e della sua sostenibilità, con la conseguente valutazione consapevole, a maggior ragione sarà l’obiettivo del futuro;

-Frodi sul mercato. Questo è il punto in cui ATBio e i suoi associati assumono la maggiore importanza. Un mercato trasparente e corretto è una condicio sine qua non per un effettivo raggiungimento di quanto l’UE ha indicato;

-Proliferazione di certificazioni, diciture, bollini e marchi (rischio confusione e informazioni ingannevoli). È una possibilità molto probabile, che solo una comunicazione molto efficace, completa e aggiornata può evitare. Da qui la grande importanza della distribuzione delle informazioni.

In questo modo si sono analizzati molti problemi e opportunità contemporanee e quelle che si possono prevedere per il futuro. Tenendo anche conto che non abbiamo un orizzonte infinito da tutte le parti, ma viaggiamo all’interno di un tunnel. Una galleria virtuale indicata dalle luci di avvicinamento alla pista di atterraggio della strategia Farm to Fork all’interno del Green Deal.

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