Stimolare la domanda del biologico e acquisire la fiducia dei consumatori
Contenuto in PANBio, nell’ASSE 1, sono indicati gli obiettivi sociali di stimolare la domanda di prodotto biologico e acquisire la fiducia dei consumatori. Che sembrano due facce della stessa medaglia, ma invece sono due medaglie della stessa filosofia. Che si riescono a ottenere percorrendo un’unica strada, quella della trasparenza consapevole: la stimolazione della domanda di BIO si conquista comunicando al mercato la Qualità Reale dei prodotti, l’acquisizione della fiducia dei consumatori si ottiene, dimostrando che la Qualità Reale del prodotto acquistato è effettivamente quella promessa.
Andando in ordine: il primo passo è aumentare la quota di biologico nel mercato al consumo, migliorando la consapevolezza, l’informazione e la promozione verso il consumatore. Incentivando, inoltre, il consumo dei prodotti biologici attraverso l’informazione e valorizzando, soprattutto, la provenienza italiana delle materie prima e la tipicità, sempre italiana, delle produzioni.
L’informazione della provenienza, e della tipicità di un prodotto, si cercherà di ottenerla e raccontarla con il marchio biologico italiano. È una delle grandi novità introdotte dalla Legge 9 marzo 2022 n. 23, che all’art. 6, indica l’Istituzione di un marchio biologico italiano, il quale dovrà in seguito essere chiarito, indicando le regole da applicare per la qualifica delle condizioni e le modalità di attribuzione del marchio. Il marchio nazionale italiano contraddistinguerà i prodotti ottenuti con il metodo biologico e realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia.
Le normative nazionali, previste nel Reg. UE 2018/848, si inseriscono in un contesto comunitario particolarmente complesso:
- nel paragrafo 2 dell’articolo 32 si prevede l’indicazione della provenienza sui prodotti biologici che recano il logo di produzione biologica dell’UE, (Agricoltura UE/NON UE) oppure, più specificamente, (Agricoltura Italia/Regione) se tutte le materie prime agricole di cui il prodotto è composto sono state coltivate in quel paese o in quella regione e;
- nel paragrafo 5 dell’articolo 33 si prevede che nell’etichettatura, nella presentazione e nella pubblicità di prodotti conformi al regolamento possono essere utilizzati loghi nazionali e loghi privati.
L’iniziativa del marchio nazionale italiano è un’innovazione che si inserisce in un quadro di riferimento europeo in cui altri stati membri hanno già prodotto delle specifiche condizioni di uso di marchi di certificazione.
Un aspetto molto interessante da notare è che la caratteristica indispensabile per l’inserimento del marchio, sia quella della provenienza italiana delle materie prime, che non è vincolante invece negli altri paesi europei, per i quali è sufficiente che sia unicamente biologica.
Questo obbligo va a coincidere con la risposta che un famoso Chef ha fornito a chi gli aveva fatto la domanda di quale fosse la migliore cucina al mondo. Il suo parere fu: quella italiana, non per la tecnica, ma per la qualità delle materie prime.
Il marchio biologico italiano sarà, quindi, un’importante opportunità per la valorizzazione e la comunicazione del prodotto. Rispetto alla normativa UE, però, l’ordinamento nazionale prevede alcune caratteristiche distintive per quanto concerne la produzione biologica:
-Le aziende sono chiamate ad iscrivere le superfici coltivate e le attività sottoposte al rispetto delle regole europee sul biologico, attraverso piattaforme informatiche di pubblica gestione (SIAN e simili);
-sono oggetto di sorveglianza sul rispetto di queste regole da parte di organismi terzi privati, accreditati presso il MASAF, scelti dagli stessi operatori;
-gli organismi sono oggetto di vigilanza da parte delle Autorità Competenti preposte (ICQRF, Regioni, ecc.).
In aggiunta, il sistema Italiano presenta ulteriori specifiche di natura tecnica che mirano a rafforzare le garanzie per il consumatore, ottenute dalla certificazione.
Queste caratteristiche peculiari del sistema di gestione dei prodotti biologici in Italia, rappresentano un’opportunità in termini di qualifica del prodotto certificato con il marchio Biologico Italiano.
Il marchio sarà, quindi, uno strumento molto efficace per rafforzare e diffondere il Made in Italy e combattere l’Italian Sounding. Il fenomeno che, tramite l’utilizzo di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche (come il tricolore) e marchi che evocano l’Italia, serve a promuovere la commercializzazione di prodotti inducendo il consumatore, ingannevolmente, a credere che siano autenticamente italiani.
Le produzioni genuinamente italiane, nel settore agroalimentare, potranno essere, così, riconosciute anche attraverso il marchio biologico Italiano, soprattutto nel commercio estero. Il Marchio Biologico Italiano sarà, quindi, di proprietà esclusiva del Ministero e potrà essere richiesto su base volontaria.
Ma come verrà verificato l’utilizzo corretto del marchio?
È un quesito molto importante per avere la garanzia di buon funzionamento dello stesso. Consiglio un archivio continuamente aggiornato, immodificabile e liberamente consultabile dei prodotti che lo hanno acquisito.
Il mercato del biologico italiano è cresciuto negli ultimi dieci anni del 21%, raccogliendo l’interesse di una parte di popolazione particolarmente attenta all’alimentazione, alla sostenibilità e dotata di una capacità di spesa superiore alla media nazionale. Tuttavia l’attuale tendenza di mercato esprime consumi di biologico stagnanti se non addirittura in calo. Pertanto, e se gli obiettivi di medio termine del Paese sono quelli di portare i prodotti biologici sulla tavola di tutti gli italiani, è necessario rinvigorirne la scelta da parte del consumatore.
La comunicazione è, pertanto, sollecitata nel Piano d’Azione europeo sull’agricoltura biologica.
In questo obiettivo si colloca il progetto di una campagna di comunicazione istituzionale, per la conoscenza e la riconoscibilità del prodotto biologico sul mercato italiano, incrementarne la domanda e indirettamente favorirne l’offerta.
Quali sono gli obiettivi previsti per il triennio 2023-2025?
In sintesi, riportati in PANBio, sono quelli di:
-attuare una campagna di comunicazione istituzionale sul biologico;
-valutare i risultati della campagna;
-promuovere un evento nazionale annuale per la diffusione dei dati sul biologico;
-sostenere azioni promozionali attraverso aiuti per l’organizzazione e la partecipazione a concorsi, fiere e esposizioni o per la realizzazione di pubblicazioni e/o materiali promozionali destinati a sensibilizzare i consumatori in merito ai prodotti agricoli biologici, alle filiere biologiche e ai distretti biologici;
-sostenere l’informazione al consumatore attraverso il Sistema Informativo Nazionale sull’Agricoltura Biologica;
-realizzare, istituire e diffondere il marchio collettivo per le mense scolastiche biologiche.
Altro punto rilevante, infatti, è la diffusione del biologico, prevedendo anche lo sviluppo delle mense biologiche nelle scuole e nella ristorazione collettiva, al fine di educare il consumatore all’uso di prodotti biologici, di aumentare la sua consapevolezza relativamente ai benefici sulla salute e sull’ambiente e la sua fiducia nel logo biologico.
Infine, “last but not least”, è indispensabile migliorare la fiducia del consumatore, quindi perfezionare il sistema di controllo e di certificazione.
Quindi prevenire frodi alimentari e migliorare la tracciabilità delle produzioni. Pertanto, in sintesi, certificare la qualità biologica delle produzioni e verificarne l’applicazione del controllo del rispetto della blockchain per il viaggio fino al mercato, con l’utilizzo mirato di un banca dati delle transazioni